Sono stato sollecitato da alcune associazioni femminili ad affrontare – in occasione della “Festa della Donna” – il tema della “donna nella pittura moderna”. Tematica vastissima, anche perché il ritratto femminile nelle sue infinite sfaccettature e implicazioni è sempre stato un settore ai primissimi posti nella Storia dell’Arte.
Mi limiterò ad una veloce e salottiera scorribanda sulla pittura di soggetto femminile nell’Età Moderna, a cominciare da quella così detta da Giorgio Vasari nel ‘500, quando effettivamente tutto ebbe inizio.
Pur entrando a piè pari nella storia dell’arte, questa breve chiacchierata non sarà una lezione vera e propria, ma solo -come dire- una toccata e fuga nelle varie categorie, focalizzando la visione e il concetto di donna nei vari periodi attraverso i massimi -assolutamente i massimi- capolavori della pittura. Con una grandissima, voluta limitazione: non proporrò alcuna opera di carattere sacro.
Come appare ovvio, e come in tutte le cose che accadono nel tempo, l’oggi ha connessioni, radici, con lo ieri. E questo è tanto più vero nella pittura moderna. Vale poco richiamarsi agli schemi accademici: nella pittura le contaminazioni, i tradimenti di stile, l’evoluzione del gusto e del mercato sono la regola prima.
Le decine di sigle dei movimenti artistici, e l’appartenenza di un artista a questa o quella, non sono parametri sempre validi. Passaggi dall’una tendenza all’altra, i ripudi e i ritorni, sono molto comuni, tanto che la produzione artistica di un pittore risente spesso di queste apparenti contraddizioni.
Poi vi sono altri fattori: nella Storia del genere umano esistono – e non solo per una comoda convenzione- dei punti di svolta.