La Donna nella Pittura

John Singer Sargent - Lady Agnew

Una rassegna dei massimi capolavori esposti nei più importanti musei

Sono stato sollecitato da alcune associazioni femminili ad affrontare – in occasione della “Festa della Donna” – il tema della “donna nella pittura moderna”.  Tematica vastissima, anche perché il ritratto femminile nelle sue infinite sfaccettature e implicazioni è sempre stato un settore ai primissimi posti nella Storia dell’Arte.

Mi limiterò ad una veloce e salottiera scorribanda sulla pittura di soggetto femminile nell’Età Moderna, a cominciare da quella così detta da Giorgio Vasari nel ‘500, quando effettivamente tutto ebbe inizio.

Pur entrando a piè pari nella storia dell’arte, questa breve chiacchierata non sarà una lezione vera e propria, ma solo -come dire- una toccata e fuga nelle varie categorie, focalizzando la visione e il concetto di donna nei vari periodi attraverso i massimi -assolutamente i massimi- capolavori della pittura. Con una grandissima, voluta limitazione: non proporrò alcuna opera di carattere sacro.

Come appare ovvio, e come in tutte le cose che accadono nel tempo, l’oggi ha connessioni, radici, con lo ieri. E questo è tanto più vero nella pittura moderna. Vale poco richiamarsi agli schemi accademici: nella pittura le contaminazioni, i tradimenti di stile, l’evoluzione del gusto e del mercato sono la regola prima.

Le decine di sigle dei movimenti artistici, e l’appartenenza di un artista a questa o quella, non sono parametri sempre validi. Passaggi dall’una tendenza all’altra, i ripudi e i ritorni, sono molto comuni, tanto che la produzione artistica di un pittore risente spesso di queste apparenti contraddizioni.

Poi vi sono altri fattori: nella Storia del genere umano esistono – e non solo per una comoda convenzione- dei punti di svolta.

L’IDEA DI DONNA
NELLA PITTURA
MODERNA

Vittorio Matteo Corcos - La Vestale- Catherine La Rose
Paul Cesar Helleu, Ritratto di giovane donna

Spesso così radicali da dover modificare tutti i parametri del nostro modo di pensare e di essere. Pensiamo agli sconvolgimenti delle civiltà provocati dalle guerre, dai fenomeni migratori, dalle invasioni, dalle rivoluzioni climatiche, economiche e tecnologiche.

Preceduto dal nodo essenziale della Controriforma della metà del ‘500, il nostro primo grande punto di svolta è la Rivoluzione francese del 1789, con l’avvio di un ribaltamento sociale che ha interessato il mondo: l’affermarsi DEFINITIVO della borghesia.

Di pari passo, in Inghilterra è partita una rivoluzione ancora più profonda, quella industriale, che cambierà tutto.

Da questi fenomeni è cominciato tutto quello che definiamo l’ETA’ MODERNA.

Ma è solo dal secolo scorso che le cose per le donne hanno cominciato a cambiare.

Mentre prima la donna era solo madre, sposa, santa, serva, puttana, strega o zitella, un poco alla volta le si sono aperte le scuole, le professioni liberali, il suffragio elettorale, e così via. Ma il cammino non è stato affatto completato del tutto.

Venendo a noi e alla tematica di questa chiacchierata, non si può dire che la pittura -come peraltro tutte le altre arti visive- sia stata attenta testimone di questa evoluzione.

Effettivamente il gioco è rimasto in mano agli uomini che preferiscono vedere la donna come simbolo sessuale, limitandosi all’estetica, o simbolo di potere, da possedere ed esibire. Le stesse donne amano poco essere indagate culturalmente, intellettualmente o psicologicamente.

E i pittori vogliono vendere i quadri, e i quadri che si vendono meglio propongono immagini accattivanti.

In ogni caso, scendendo nel vivo di questa presentazione, ho selezionato alcune decine di quadri di donne tra i più celebri e noti a tutti della storia dell’arte, dipinti dai pittori più famosi, per fornire una tessitura concettuale di base.

Lo scopo è di arrivare, dopo aver gustato celeberrime icone d’arte, al luogo dove, nell’Ottocento, è successo tutto. A Parigi. Perché Parigi?

Qui necessita una brevissima digressione che riguarda Napoleone e l’Italia nell’800. Il generale francese nato in Corsica da una famiglia tosco-emiliana e che era di madrelingua italiana effettuò la Campagna d’Italia per conto delle autorità rivoluzionarie nel 1796 riducendo in rovina il coacervo degli Stati e staterelli del Bel Paese e si autoproclamò imperatore, approfittando della confusione provocata dai crimini di Robespierre e della sua ghigliottina. La sua meteora fu effimera, i guasti furono enormi e permanenti.

A farla breve, le grandi capitali Venezia, Napoli, Milano e Roma ne furono annichilite. Il Regno lombardo-veneto austriaco durò 50 anni, poi fu il Risorgimento in cui massoni, avventurieri e illusi visionari fecero scempio della popolazione e del territorio e diedero un’Italia frantumata, dilaniata e immiserita, come Regno ad una famiglia nobile italo-franco-svizzera della Savoia.

Ecco che per tutto il secolo i bagliori della storia e della cultura italiane che avevano illuminato il mondo si affievolirono fino a scomparire quasi del tutto.

È dunque Parigi la capitale mondiale dove chi aveva qualche ambizione artistica doveva per forza venire. Come nella Roma del ‘500 o nella New York di oggi.

Data la vastità della materia, la brevità del tempo e la vostra pazienza, ho limitato l’esposizione ad una mia personale selezione di opere che arbitrariamente ho ritenuto più significative, con la conseguenza di possibili lacune. Di questo me ne scuso in anticipo.

Tengo a sottolineare infine -anche se per qualcuno potrebbe essere la prima volta che le vede- che si tratta di tutte opere celeberrime che si trovano nei più grandi Musei, dagli Uffizi all’Ermitage, dal Louvre al Prado, dalla National Gallery al Moma, dal Museo d’Orsay alla Tate, ecc.

Ho suddiviso la presentazione in 5 fasi:

  • Preludio, dove si inquadra la tematica, dai “tipi” alle “variazioni”, dai “contagi” agli “stili” e alle “scuole”. Con una sintomatica sequenza delle correnti dal “manierismo” al “rococò”, dall’impressionismo al simbolismo, a creare -oltre le definizioni e le categorie- un percorso mentale di comprensione, autonomo e auto-indotto, nello spettatore, senza troppe spiegazioni.
  • Radici, dove si incontrano le massime opere “classiche”, i pilastri fondamentali della cultura pittorica occidentale e della storia dell’arte.
  • Icone, dove si visitano le massime opere moderne (emblemi di una immeritata banalizzazione e ingiustificata massificazione culturale, che ho definito varie volte come immagini da calendario e da scatola di cioccolatini).
  • Epoche, con le mutazioni del gusto e degli stili, e della differente visione della donna nei vari periodi e nelle varie culture nazionali.
  • Citazioni con alcune annotazioni importanti e curiose, a margine dell’argomento: l’artista e il suo studio, le sue motivazioni, la committenza, il collezionismo, le tematiche, le competizioni, le accademie.
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